NOTE SULL'ARTE

scritte dal dott. Giuseppe Frascaroli

Leonardo da Vinci - La Dama con l’ermellino

15/04/2024 - nota n° 323
La personalità di Leonardo da Vinci, nato ad Anchiano, frazione di Vinci nel 1452, deceduto ad Amboise (Centro-Valle della Loira, Francia) nel 1519, una delle più complesse e articolate nel campo della storia dell’arte, è probabilmente quella che, più di altre, è stata oggetto di studi di ogni tipo, producendo molteplici reazioni come si trattasse di un essere totalmente diverso da ogni altro, evocando nella percezione comune l’immagine del genio e addirittura del mito. (Vedi anche in Note sull’Arte il “Ritratto di Monna Lisa” alla nota n° 163 del 15/04/2022 e Note sull’Arte Il “Ritratto di Dama” detta la “Belle Ferroniére” alla nota n° 267 del 15/04/2023).
“La Dama con l’ermellino” o “Ritratto di Cecilia Gallerani” è un dipinto a olio su tavola di noce di cm 54,8×40,3 di Leonardo da Vinci, databile al 1488-1490, conservato al Museo Czartoryski di Cracovia. ... CONTINUA
L'opera è uno dei dipinti più belli di sempre di Leonardo Da Vinci, simbolo dello straordinario livello artistico raggiunto da lui durante il suo primo soggiorno milanese, tra il 1482 e il 1499. Il principe Adam Czartoryski aveva acquistato questo magnifico ritratto verso la fine del Settecento, per donarlo alla moglie Isabella, la quale aveva una specie di museo privato, detto la “Casa Gotica” nel castello di Pulawy. La dama effigiata è Cecilia Gallerani, figlia di Fazio Gallerani, nobile milanese e possidente terriero.
Con questo dipinto, Leonardo supera il modello di ritrattistica ancora prevalente a quel tempo nell’Italia settentrionale. Non ricorre al ritratto di profilo, allora usuale per i ritratti di spose e fidanzate, poiché doveva raffigurare Cecilia non come sposa, ma come amante di Ludovico Sforza, detto il Moro, Duca di Milano. Leonardo si discosta anche dall’iconografia tradizionale, piuttosto statica, in cui testa e busto sono rivolti nella stessa direzione. Nella “Cecilia Gallerani” i movimenti sono contrapposti: il busto si volge a sinistra, la testa invece a destra. Questa concezione dinamica della rappresentazione non si esprime solamente nella torsione del corpo di Cecilia, ma anche nella posizione dell’ermellino che, girandosi, sembra riprendere il movimento della giovane donna. All’ermellino corrisponde a sua volta la mano elegantemente ricurva, ma al tempo stesso leggermente sovradimensionata di Cecilia. L’ermellino rappresenta da un lato un’allusione al cognome di Cecilia, poiché il suono della parola Gallerani ricorda il termine greco che indica l’ermellino, “galée”. Dall’altro, il piccolo animale era considerato simbolo di purezza e continenza, perché secondo la leggenda rifuggiva dalla sporcizia e mangiava una sola volta al giorno. A partire della fine degli anni ’80 del XV secolo, l’ermellino poteva inoltre essere interpretato come allusione a Ludovico Sforza, che ne aveva fatto uno dei suoi emblemi.
Dai raggi X emerge che dietro la spalla sinistra della dama era anticamente dipinta una finestra; ecco il motivo di quella luce così intensa e dell’effetto del riflesso che noi vediamo oggi.




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