NOTE SULL'ARTE

scritte dal dott. Giuseppe Frascaroli

Ludovico Carracci - La Flagellazione di Cristo

21/04/2024 - nota n° 324
Ludovico, o Lodovico Carracci (Bologna, 1555 – Bologna, 1619), vive quasi sempre nella sua città natale, salvo alcuni brevi viaggi di studio in altre regioni. Ludovico, a differenza dei più famosi cugini Annibale e Agostino, vive sinceramente in quello spirito controriformista che insiste sullo scopo educativo-religioso della pittura, attenendosi alle idee espresse dal cardinale Gabriele Paleotti nel “Discorso intorno alle immagini sacre e profane” del 1582, in cui sosteneva che “le immagini penetreranno dentro a noi con molta maggiore violenza che le parole”.
Ludovico si attiene a queste norme e, contrariamente alle complicazioni tardo-manieristiche di difficile comprensione per il popolo, cerca una pittura semplice che esprima con chiarezza i contenuti sacri, di facile comprensione per tutti (si veda anche in E-Book di Note sull’arte: “L’Annunciazione”, alla nota n° 165 – 21/04/2022). ... CONTINUA
“La Flagellazione di Cristo” è un meraviglioso dipinto di cm 189×265 realizzato tra il 1584-1590 da Ludovico Carracci con tecnica a olio su tela trasferita su tavola, e conservato nel Musée de la Chartreuse a Douai, in Francia.
L’opera rispecchia l’attenzione di Ludovico Carracci per la pittura della scuola veneta e soprattutto per l'arte del Tintoretto da cui ricava l'accentuazione dei contrasti cromatici che permeano la tela, ma con singolare innovazione.
Questo vale in primo luogo per la marcata evidenziazione dei personaggi in primo piano, che hanno dimensioni quasi naturale, e per la forte sensazione di impeto che trasmette la scena, dove i persecutori di Cristo non si risparmiano nell'esecuzione del loro spietato compito.
Il drammatico evento si svolge in un loggiato sorretto da colonne: nello sfondo buio di destra si intravedono un fabbricato e una torre che, anche se l'evento evangelico è avvenuto a Gerusalemme, sembrano rimandare a una veduta di Bologna.
Sembra che Ludovico Carracci abbia voluto raffigurare uno spettacolo melodrammatico per l'osservatore che, camminando nelle tenebre, incappa miracolosamente nell'episodio sacro e violento, trascinato dalla luce che interrompe l’oscurità e dalle grandi figure della composizione. Lo spettatore- viandante è invitato dall’azione del soldato in armatura a riflettere religiosamente sulla Passione di Cristo.
Termina la grande opera, sullo sfondo a sinistra e parzialmente visibile dietro ad una colonna, Ponzio Pilato che stranamente indossa una tonaca scarlatta in stile orientale, invece degli usuali abiti di governatore romano.
Per l’accentuato contrasto chiaroscurale, la brutalità e l’intensa emozione che scaturisce dall’ambientazione, i volti crudeli e parodistici degli aguzzini, ci si è interrogati se il giovane Caravaggio abbia potuto conoscere quest’opera durante il suo trasferimento dalla Lombardia a Roma, anche se non ci sono prove.
Potrebbe confermare questa ipotesi il particolare del carnefice in ginocchio impegnato a preparare un flagello, figura che compare sia nel quadro del Carracci che nella Flagellazione di Cristo del Caravaggio ora al Museo di Capodimonte.




Le Note sull'Arte in eBook e pdf

Le Note sull'Arte in eBook e pdf



Data Base Arte

l'Arte negli archivi dal web



Video Arte

l'Arte nei video dal web




Pillole d'Arte

l'arte in pillole

>>>>>>>>>>