NOTE SULL'ARTE

scritte dal dott. Giuseppe Frascaroli

Gustave Courbet - Autoritratto con il cane nero

10/06/2023 - nota n° 277
Nella seconda metà dell’Ottocento, alle correnti dominanti di Classicismo accademico e Romanticismo si accostarono nuove esigenze estetiche. I moti rivoluzionari del 1848 fornirono un ottimo substrato culturale alla nascita del “Realismo”, che si sarebbe progressivamente affermato in tutta Europa, sebbene con differenti declinazioni. In Francia il massimo esponente del “Realismo” fu Gustave Courbet (Ornans, 1819 – La Tour-de-Peilz, 1877), sia per il suo impegno intellettuale, sia per le novità introdotte dalla sua concezione artistica, specchio di quegli stessi ideali etici e morali che lo portarono all’arresto e all’esilio dopo aver partecipato alla Comune di Parigi del 1871. Riflesso di un’adesione autentica alla realtà e alle sue cocenti contraddizioni, la pittura di Courbet presenta un punto di vista nuovo che non tardò a stravolgere il significato stesso della pittura di genere così come tradizionalmente era stata concepita dagli artisti romantici. ... CONTINUA
Va detto però, senza timore di smentita, che se Courbet si dichiarava antiromantico, molte delle sue sperimentazioni sulla natura e sulla realtà presero avvio dalle suggestioni esercitate dall’opera di artisti di spiccata sensibilità romantica, quali Gèricault e Delacroix.
Di Courbet ho già descritto La “Donna con un pappagallo” del 1866 (si veda E-Book alla nota n° 181 del 12/06/2022).
Un altro capolavoro di questo artista può essere considerato L'“Autoritratto con il cane nero”, un’opera olio su tela di cm 46,3 × 55,5 realizzata da Gustave Courbet nel 1842, completata con qualche correzione nel 1844 e conservata a Parigi, al Petit Palais. Nella tela, in basso a sinistra, sono scritte in azzurro la firma (Gustave Courbet) e una data (1842). Con questo quadro il giovane artista si presentò al suo primo Salon di Parigi nel 1844.
Nella composizione l’artista si raffigura secondo la moda del tempo che caratterizzava i bohémien: un giovane di bell’aspetto seduto per terra elegantemente vestito con un mantello nero con fodera chiara, un ampio cappello scuro sul capo dai lunghi capelli, vicino al fedele cane black spaniel nero. Il personaggio, appoggiato a un grande masso roccioso, rivolge lo sguardo verso spettatore e tiene in mano una pipa. Alle sue spalle sono poggiati nell'erba un libro e un bastone.
Sullo sfondo è visibile un paesaggio caratterizzato da una vallata con alberi e colline, sovrastati da un cielo azzurro e cosparso di nuvole. Il contrasto tra il nero dei vestiti e del cane e la roccia, in varie sfumature di color ocra fino a un avorio chiaro dove la pietra è illuminata, evidenzia la padronanza della tavolozza di un artista pur ancora all'inizio della sua carriera. L’effigie del pittore in primo piano, con i pantaloni quadrettati illuminati da una luce chiara, lo sguardo fiero e orgoglioso diretto dall’alto verso il basso, insieme al velato sorriso, restituiscono un’espressione di autocompiacimento difforme da quello degli altri autoritratti giovanili, e rivela come Courbet fosse già indipendente dai tradizionali canoni della cultura.




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